Scienza, invenzioni, macchine, futurismo, scienza, invenzioni, macchine, potenza militare, guerra. Anzi, Grande Guerra, quella del 1914-18. E’ con questa logica che il prof. Angelo Guerraggio, docente di matematica della Bocconi, ha affrontato la serata parlando del tema, nonché del suo libro, “La scienza in trincea”. Una guerra che inizia dopo un’industrializzazione che aveva dato alla testa a chiunque e durante la quale gli uomini della scienza divennero patrimonio da assoldare e sfruttare per inventare. Inventare nuove armi, disegnare nuove traiettorie di gittata
all’artiglieria sempre più potente, creare meravigliosi aerei superando di fatto i lentissimi dirigibili, ideare i sonar per la marina. Ma soprattutto, produrre una nuova arma che di fatto stravolgeva le tattiche di guerra: i gas, vale a dire armi chimiche.
Convinzione e dubbi etici, martellavano le coscienze degli scienziati che comunque dovevano affrontare la guerra per servire la Patria, chi in prima linea, chi nei banchi di laboratorio, chi negli ospedali sperimentando sui numerosi feriti.
Tra i vari scienziati in guerra, il prof. Guerraggio si è soffermato molto su nomi importanti come il matematico interventista Vito Volterra, arruolatosi volontario a 55 anni e il suo collega pacifista Tullio Levi-Civita, citando inoltre il nobel Guglielmo Marconi, che con la sua conoscenza in tema di onde medie ha dato notevole aiuto all’armata italiana (secondo fonti pare esser stato protagonista anche sul Monte Grappa).
Roberto Frison